LE GITE del CPA

Gita a Monza

 

Centro di Monza

Duomo

Arengario

Ponte dei Leoni

Chiesa di San Geraredino

Chiesa San Maurizio

Villa Reale e il suo parco

Autodromo

 

Monza ha una storia notevole, la città conobbe un periodo di particolare rilevanza politica e di intenso sviluppo artistico durante il VII secolo, quando fu capitale estiva del Regno Longobardo; in seguito la città entrò nei domini del Sacro Romano Impero, pur con ampi margini di autonomia, e infine, dall’XI secolo, entrò nell’orbita di Milano. Monza è stata inoltre sotto la signoria dell’illustre casato dei Principi Morigia alleati dei Visconti. Una gita nella città brianzola che non manca di una interessante e antica tradizione gastronomica.

Dedicato a S. Giovanni Battista, è il monumento cittadino di maggior rilievo. La storia del Duomo di Monza è strettamente legata alla figura della regina Teodolinda, principessa longobarda che secondo la leggenda fondò una cappella nel luogo dove si posò una colomba mandata dal Signore. Sui resti di questo santuario fu edificato nel Duecento un nuovo tempio dal quale prese forma il Duomo. Rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, del periodo longobardo rimane solamente una torre ad est della sacrestia. L’elemento più caratteristico della facciata è la decorazione con marmo bicolore bianco e verdastro con motivi orizzontali. Al centro della facciata, sopra San Giovanni, troneggia uno splendido rosone in marmo e vetrate policrome. L’interno invece colpisce per i suoi affreschi realizzata a metà del Quattrocento che ricoprono le pareti. Nel braccio settentrionale del transetto, si apre la Cappella degli Zavattari, uno dei gioielli della città. La sua decorazione pittorica, dedicata alle Storie di Teodolinda, è distribuita in 45 scene e si presenta come un sentito omaggio alla sovrana longobarda.

Il percorso del Museo e Tesoro del Duomo di Monza inizia dalla stessa Cattedrale, e precisamente dalla cappella, nella quale è custodita la Corona Ferrea, vanto della città. Chiamata così perché conterrebbe uno dei chiodi usati per crocifiggere Gesù Cristo, la corona fu utilizzata per incoronare imperatori e re, da Federico Barbarossa a Napoleone Bonaparte. Le diverse parti del museo ripercorro tutti gli eventi principali del Duomo e della città dal medioevo fino alla dominazione asburgica.

L’Arengario di Monza, realizzato sul finire del Duecento come palazzo comunale, è un tipico esempio di architettura civile con portico terreno nel quale si svolgeva il mercato e salone al primo piano per le assemblee comunali. Sulla facciata meridionale si staglia la palera, il balcone a loggia da cui si arringava il popolo, mentre dalla parte opposta venne eretta una torre a cuspide, sormontata da merli ghibellini a coda di rondine. Attualmente l’Arengario è sede di iniziative culturali: il salone è diventato una sala espositiva mentre il porticato è utilizzato per alcune manifestazioni anche a carattere musicale.

Ponte dei Leoni e Ponte Romano d'Arena, costruito nel 1842 sui resti del ponte romano d'Arena (una cui arcata è tuttora visibile presso un'estremità dell'attuale ponte) in occasione dell'apertura della via Ferdinandea, ora via Vittorio Emanuele II, il ponte dei Leoni è costituito da tre arcate con spalle in granito. A guardia del monumentale ponte, sui quattro lati, spiccano quattro leoni di marmo, opera dello scultore Tantardini.
Dal ponte si aprono due passaggi pedonali che costeggiano il corso del fiume Lambro, conducendo alle zone un tempo occupate da mulini per la macinatura del grano, rogge e lavatoi. A testimonianza di questa antica area, rimangono le tipiche e pittoresche case a ballatoio.

La Villa Reale di Monza, nota anche come Reggia, è uno degli edifici più famosi della città. Fu realizzato tra il 1777 e il 1780 per volere dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria come residenza estiva per il figlio Ferdinando d’Asburgo. Il progetto fu affidato all’imperiale regio architetto Piermarini che, in soli tre anni, portò a compimento la costruzione che unisce la sobria tradizione lombarda e la grandiosità della Reggia di Caserta alla cui realizzazione aveva partecipato. La visita inizia al primo piano nobile dove si trovano le sale di rappresentanza della famiglia reale. La sala da ballo vi lascerà senza fiato con le sue decorazioni, specchiature e ricchi lampadari. Si può poi passare agli appartamenti privati di Re Umberto I e della Regina Margherita per proseguire con la sala del trono, i salotti e la biblioteca.Al secondo piano nobile si trovano gli appartamenti privati degli ospiti. Qui molto spesso vengono allestite mostre temporanee. Salendo al Belvedere, l’ultimo piano della villa, è possibile visitare un’interessante sezione di design della Triennale ospitata qui in maniera permanente.La visita può continuare negli stupendi giardini all’inglese che si estendono alle spalle della villa. La Villa Reale di Monza è aperta dal martedì alla domenica.

I Giardini della Villa Reale di Monza furono progettati da Giuseppe Piermarini tra il 1778 e il 1783 e fondono diversi stili paesaggistici. Il famoso architetto, ispirandosi dapprima ai principi della moda francese, iniziò a impostare i giardini secondo un grande disegno geometrico e regolare per poi optare per l’innovativo stile inglese ravvisabile nella sezione settentrionale con il laghetto, la grotta, il tempietto d’ispirazione classicista e l’organizzazione libera degli spazi verdi. Oltre a regalare scorci ineguagliabili ai visitatori, i Giardini della Villa Reale di Monza svolgono un ruolo importante anche a livello ecologico e naturalistico ospitando diverse specie animali e vegetali. Tra la grande varietà di alberi ultrasecolari spiccano due querce monumentali dell’età di circa due secoli. È possibile anche visitare l’incantevole roseto che ospita tantissime varietà di rose da tutto il mondo. I giardini sono aperti gratuitamente tutti i giorni. Gli orari di accesso variano a seconda della stagione invernale ed estiva. Il roseto è aperto da maggio a luglio dal martedì alla domenica.

San Maurizio ovvero la chiesa della Monaca di Monza, dici Monza e, oltre a pensare all’Autodromo, evochi la manzoniana Monaca. La chiesa di San Maurizio, già dedicata alle Sante Margherita e Caterina, è l’ultimo, concreto, riferimento a quell’episodio e allo scandalo che ne seguì.

Il convento che ospitava le suore dell’ordine degli Umiliati fino alla sua soppressione nel 1571 e poi le Benedettine è stato abbattuto nel 1956 per lasciar posto a un condominio a sinistra della facciata.Rimangono solo i muri perimetrali. E, a ricordo  del convento di clausura, resta una grata che si intravede dal portone di vetro. Una grata attraverso la quale, immaginiamo, le religiose comunicavano con il mondo esterno. E, tutto questo ci appare come un pessimo esempio di scempio urbanistico!

Chiesa di San Gerardino, da un antico documento, risalente al 1174, abbiamo notizia dell'ospedale realizzato da Gerardo dei Tintori nella casa paterna prospiciente il fiume Lambro, mentre è del 1352 il primo documento che cita la chiesetta, nei secoli successivi chiamata anche San Gerardo Intramurano..

Intorno al 1500 la piccola chiesa, posta nel cortile della casa natale del Santo, venne ristrutturata e decorata con pitture, a testimonianza della venerazione dei monzesi verso il loro compatrono. L'edificio è stato rimaneggiato nel XVIII secolo, soprattutto nella facciata.

Nel 1831 l'ospedale ha perduto definitivamente il suo antichissimo ruolo di istituto sanitario.Tutto il complesso è stato ceduto dal suo ultimo proprietario al Capitolo del Duomo nel 1940 che lo ha adibito a struttura di assistenza per anziani.

Gli ultimi interventi di restauro conservativo datano dal 1996 al 2004.

Autodromo Nazionale Monza, l’Autodromo Nazionale Monza, all’interno del Parco di Monza ospita il Formula 1 Gran Premio d’Italia, gare sportive, concerti ed eventi internazionali

L’Autodromo Nazionale Monza, fiore all'occhiello della Monza sportiva, fu costruito all’interno del Parco di Monza nel 1922 per volontà dell’Automobile Club di Milano, in occasione del venticinquesimo anniversario di attività dell'Associazione. Fu costruito in soli 110 giorni su progetto dell'architetto Alfredo Rosselli, e già nel settembre del 1922 si gareggiò il secondo Gran Premio Automobilistico d'Italia. Da allora il tracciato, uno dei più antichi al mondo, è entrando nella leggenda degli sport motoristici, ospitando sempre, tranne che nel periodo bellico, il Formula 1 Gran Premio di Italia, ma anche decine di altre manifestazioni di rinomanza mondiale. La collocazione all’interno del Parco dà vita ad uno scenario unico al mondo, coinvolgente anche dal punto di vista naturalistico. All’interno vengono organizzate inoltre esposizioni, eventi musicali e visite guidate con giri della pista che permettono di conoscere l’Autodromo sotto ogni suo aspetto.

 

Gita a Cremona - ottobre 2018

Il Circolo PA ha proposto per la Gita Sociale autunnale un interessante fuori porta  per visitare la bella Cremona. Arrivati nella città lombarda, con una preparata e professionale guida turistica… molto brava, abbiamo iniziato dalla centrale Piazza del Comune, una delle piazze medioevali più belle d’Italia, già fulcro del castrum romano. Ne costituiscono le quinte monumentali: il Duomo, il Torrazzo, il Battistero, la Loggia dei Militi e il Palazzo del Comune. La Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, è un capolavoro dell’architettura medioevale dei primi anni del XII secolo, con in facciata uno splendido protiro dotato di leoni stilofori, il Battistero con la collezione di Pietre Romaniche della Cattedrale, i resti della strada basolata romana di Via Solferino, il Palazzo Comunale con le maestose sale ornate da alcune tele seicentesche più importanti della città.

Torrone e mostarda rappresentano le più autentiche ed apprezzate glorie dolciarie di Cremona.

A conclusione della mattinata ci siamo avvicinati alla Trattoria El Sorbir, dove abbiamo apprezzato i sapori intensi che affondano le radici nelle tradizioni contadine. Nel pomeriggio abbiamo fatto visita  alla Bottega del Liutaio. Tra le tradizioni ancor vive che danno a Cremona lustro a livello mondiale, l’attività di botteghe di liutai continua ininterrotta da diversi secoli, confermando Cremona la capitale dell’arte della liuteria. Gli Amati, i Guarneri e i più noti Stradivari, sono fra le famiglie di Cremona e provincia che hanno contribuito in maniera determinante alla storia della musica, realizzando alcuni degli strumenti di massimo pregio a livello mondiale. Forse non tutti sanno il significato di Liuteria, è l’arte della progettazione, della costruzione e del restauro di strumenti e corde ad arco e a pizzico. Il nome deriva dal liuto, strumento a pizzico molto usato all’epoca barocca. La visita presentata da un maestro della costruzione del violino ci ha permesso di essere immersi nel mondo appassionante della liuteria. Toccando con mano legni, trucioli, parti di strumenti in costruzione, gli attrezzi specifici del mestiere, sentire le vernici realizzate con profumate resine naturali e conoscere finalmente i segreti del suono del violino.

A seguire si è potuto apprezzare Villa Bottini, la limonaia, che è una foresteria lombarda. Siamo stati accolti dalla proprietaria che molto dettagliatamente ci ha raccontato la storia di questa villa e visitato le sei ampie ed eleganti camere con vista sul parco all’inglese. Il 16 agosto, come a Volano, si ricorda S.Rocco raffigurato sull’altare di una piccola chiesetta. Al termine è stata servita una gustosa merenda.

Gita a Achensee - luglio 2018

Il Trenino

Il trenino dell’Achensee esiste dal 1889. La ferrovia porta i visitatori da Jenbach fino alla punta meridionale del Lago di Achensee dal 1929. Il percorso è attraverso boschi idilliaci e da un bel paesaggio che si inerpica su per la collina e viceversa. Negli anni precedenti, il percorso è stato allungato di circa 400 metri fino al lago di montagna, per il confort dei nostri ospiti, così la ferrovia da allora ha raggiunto una lunghezza di 6,76 km.

Mentre in precedenza, non solo gli individui, ma soprattutto beni economici sono stati trasportati, la Achenseebahn si limita al giorno d'oggi al trasporto dei passeggeri. E se si arriva con la più antica ferrovia a vapore d’Europa presso la stazione ferroviaria Maurach am Achensee, il battello Achenseeschifffahrt vi attende, in modo da andare senza troppe cerimonie direttamente sul lago e godere al meglio il paesaggio naturale.

La navigazione sul lago Achen

130 anni di navigazione sul Lago Achen sono stati celebrati nel 2017. Nel 1887 fu la prima volta che una nave partì sul più grande lago del Tirolo. Oggi sono in funzione tre navi: le motonavi “Tirolo” e “Città di Innsbruck” offrono non solo la tecnologia più attuale, ma anche grandi vetrate in modo da poter ammirare la magnifica vista sui Monti del Karwendel e il paesaggio naturale intorno al Lago Achensee, e la “MS Achensee”, una nave per passeggeri con punti salienti storici.

Le navi navigano intorno al lago e attraccano a sei ormeggi, tra cui Scholastika in cima al lago e alla Malga Gaisalm, che altrimenti è accessibile solo a piedi. Molto popolare è il “Natale al Lago Achen” con il mercatino di Natale galleggiante e canti natalizi tradizionali sulle navi illuminate, e “Natale sul MS Achensee”, la nave più bella della flotta Achensee.

Il Castel Tratzberg

Castel Tratzberg, con i suoi 6.800 m², troneggia tra le località Jenbach e Schwaz. Già nel XIII secolo il castello venne menzionato per la prima volta in documenti ufficiali. Oggi Tratzberg conta tra le strutture più belle dell’arco alpino costruite in stile gotico e rinascimentale, e stupisce con il suo cortile ampiamente decorato e le splendide camere rinascimentali. Il castello ebbe vari proprietari nel corso dei secoli.

Verso la fine del XV secolo passò in possesso dell’ imperatore asburgico Massimiliano I. A seguito di un incendio nel 1492 d.C. la struttura venne quasi completamente distrutta. L’imperatore però fece scambiare le rovine con un castello dei ricchi fratelli Veitjakob e Simon Tänzl, i quali già nel 1500 fecero costruire la prima parte dell’odierno Castel Tratzberg in stile tardo-gotico. Nel XIX secolo il castello giunse infine nelle mani dei Conti Enzenberg, ai quali appartiene ancora oggi. Tratzberg serviva come palazzo di caccia sia per l’imperatore Massimiliano I (XV secolo) sia per la famiglia Fugger (XVI secolo).

Ma non solo il castello stesso con il suo tetto coperto di scandole e lo splendido cortile vale la pena visitare, vi aspetta anche una peculiarità: un albero genealogico della famiglia asburgica con ben 148 ritratti dei membri nella Sala della Casa d’Asburgo (Habsburgersaal). Inoltre si possono ammirare la Sala della Regina con un passaggio segreto, una sala di caccia e la sala d’armi. Tramite una guida audio potrete conoscere la storia movimentata del castello, nel corso dei secoli. Una visita speciale invece viene offerta ai bambini, che possono incontrare un vero cavaliere! E se volete arrivare a Castel Tratzberg in modo originale: il trenino “Tratzberg-Express” vi porta dal ristorante Schlosswirt fino al castello.

 

 

Gita a Ferrara e Abbazia di Pomposa - ottobre 2017

Palazzo dei Diamanti

Più di 8000 bugne, a forma di piramide o di “diamante”, in marmo bianco e rosa, ne coprono le due facciate, dandogli il nome. L’architetto Biagio Rossettine fece un capolavoro urbanistico, soprattutto ponendo la decorazione principale sull’angolo: un artificio destinato a sottolineare l’importanza dell’incrocio e a fare dell’edificio un’opera del tutto originale, creata per la veduta prospettica anziché di facciata. L’angolo, infatti, è impreziosito da splendide candelabre scolpite da Gabriele Frisoni e da un grazioso balconcino, di poco posteriore, che accentua la direttrice visiva verso la vicina Piazza Ariostea. La struttura interna si sviluppa su tre ali, con una pianta ad U originariamente simmetrica, ma alterata dai rifacimenti successivi. Il palazzo è oggi sede di musei: - ospita al piano nobile la Pinacoteca Nazionale e al piano terra lo Spazio espositivo, in cui si tengono le rinomate mostre del Palazzo dei Diamanti organizzate da Ferrara Arte.

Palazzo Municipale (Palazzo Ducale)

Il Palazzo Municipale (ex Palazzo Ducale) fu costruito a partire dal 1243 e divenne residenza della famiglia degli Estensi sino al XVI secolo, quando la corte si trasferì nel Castello. Proprio di fronte al protiro della Cattedrale si trova il Volto del Cavallo; ai lati di questo antico accesso al palazzo di Corte stanno un archetto ed una colonna sui quali sono poste le statue del Marchese Niccolò III a cavallo e il duca Borso d'Este in trono. Attraverso il volto si raggiunge l'ex cortile Ducale (oggi piazzetta Municipale), sul quale si affacciano le finestre marmoree degli appartamenti estensi. Vi si ammira anche un bellissimo scalone d'onore eretto nel 1481 dall'architetto Pietro Benvenuti, accanto al quale si trova l’ex Cappella di corte, fatta costruire da Ercole I d'Este e ora trasformata in sala teatrale. All'interno si possono visitare: il Camerino delle Duchesse, un piccolo ambiente concepito forse per Eleonora e Lucrezia d'Este, splendidamente decorato nella seconda metà del '500, e la Sala dell'Arengo, affrescata tra il 1934 ed il 1938 da Achille Funi.

Abbazia di Pomposa

Il Po di Volano rappresenta il ramo più meridionale del grande delta fluviale: si stacca dal corso principale all'altezza di Ferrara e dopo aver aggirato la città attraversa le campagne di bonifica del primo entroterra adriatico. Poco distante dal ponte sulla Romea sorge la pittoresca abbazia di Pomposa, affrescata nel Trecento, preso la quale sostavano i pellegrini medievali nel loro viaggio di fede verso Roma. A quell'epoca l'altissimo campanile s'innalzava su un paesaggio d'acqua, tra lagune e mare. Oggi il fiume prosegue ancora per una decina di chilometri, nelle terre guadagnate al mare, fino a Volano, antico villaggio di pescatori, e al Lido di Volano, il primo dei sette Lidi di Comacchio. Percorrendo l'argine, lo sguardo spazia su Valle Bertuzzi, uno degli ambienti acquatici più integri del Delta, punteggiato da isolotti boscosi e frequentato da aironi, cormorani e fenicotteri. Nel 1999 l'abbazia di Pomposa è stata inclusa nel Patrimonio Mondiale dell'Unesco nell'ambito del sito «Ferrara, città del Rinascimento, e il suo Delta del Po».